Albo illustrato sulla disabilità: “L’elefante Dadà”

“L’elefante Dadà” è un albo illustrato per bambini sul tema della disabilità e dell’accettare la propria diversità. Attraverso la storia di un elefantino alla ricerca del suo occhio perduto, questo albo illustrato percorre con delicatezza i temi delle sfide mediche che i bambini disabili devono affrontare e di come trovare la felicità, superando la sensazione di essere sempre “diversi”.

“L’elefante Dadà” non è solo un albo illustrato; è una guida delicata e profonda per parlare ai bambini di disabilità, accettazione di sé e inclusione.

La storia segue le avventure di un elefantino alla ricerca del suo occhio perduto, affrontando con poetica leggerezza le sfide mediche e la sensazione di essere “diversi”. L’autrice riesce a trasformare le difficoltà in vere e proprie “sfide magiche” da superare, rendendo il percorso di vita di ogni bambino un’opportunità di crescita.

Questo albo è uno strumento eccezionale, perfetto per la lettura a casa o come risorsa in classe, per avviare una conversazione naturale su temi cruciali come:

  • La disabilità e l’inclusione.
  • Le malattie rare e la cecità.
  • L’accettazione e l’empatia.

Trovi l’albo qui:

L’elefante Dadà

Oltre lo sguardo: come spiegare la disabilità ai bambini

L’infanzia è l’età della scoperta, e i bambini, privi di pregiudizi, notano le differenze e fanno domande. Spiegare la disabilità è un’opportunità per insegnare l’umanità e l’accettazione, scoprendo un nuovo modo di guardare dove la presunta “dis-abilità” si rivela in realtà una ricchezza e un’abilità speciale.

  1. Normalizzare con sincerità

La disabilità è semplicemente una delle infinite variazioni dell’essere umano. Non è una tragedia, ma una caratteristica della persona, proprio come il colore dei capelli o l’altezza.

  • Evita i pietismi: non usare termini come “sfortunato”, “costretto” o il generico “diversamente abile”.
  • Metti la persona al primo posto: parla di “persona con disabilità”, “bambino ipovedente” o “bambino che usa la sedia a rotelle”. La disabilità è una condizione, non l’intera identità.
  • Rispondi con onestà: di fronte a domande dirette, la risposta deve essere semplice, onesta e commisurata all’età. Spiega con naturalezza, senza nascondere.
  1. Dal limite alla risorsa: l’ottica delle abilità

Il cuore del messaggio è spostare l’attenzione: da ciò che non si può fare (il limite) a ciò che si può fare (la risorsa).

Ogni diversità porta con sé un’abilità unica: un udito sviluppato, l’eccellenza in un campo artistico o una pazienza speciale. Incoraggia i bambini a notare i talenti e le somiglianze prima delle differenze. La diversità è la vera ricchezza.

  • Esercizio di empatia: per favorire la comprensione profonda (non la pietà), proponi semplici giochi di ruolo, come camminare per pochi secondi con gli occhi bendati (sotto supervisione).
  1. Coltivare inclusione e amicizia

L’inclusione significa costruire un mondo dove tutti possano partecipare. Per i bambini, questo si traduce in gioco e amicizia.

  • Incoraggia l’interazione: chiedi: “Cosa possiamo modificare per far giocare tutti?” Spesso bastano piccoli aggiustamenti (cambiare la palla, rallentare, descrivere un’immagine).
  • Valorizza i contributi: sottolinea come la prospettiva unica dell’amico arricchisca il gruppo.

Ricorda sempre che, pur con le loro differenze, sono prima di tutto bambini, con la stessa voglia di giocare, imparare ed essere felici. Insegnare l’accettazione arricchisce i tuoi figli con la lezione più preziosa: che essere unici è meraviglioso.

A presto,

Deborah

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